Nuove importanti scoperte archeologiche in Israele. Dato il suo ricchissimo patrimonio storico e archeologico, è un Paese che da decenni continua a lavorare instancabilmente per riportare alla luce il più grande numero possibile di reperti e fare chiarezza sul passato non solo della regione, ma dell’intera umanità. Recentemente gli scavi della Israel Antiquities Authority, sparsi per decine di siti in tutto il Paese, hanno permesso di ritrovare importantissime testimonianze di tempi remoti, aiutandoci a comprendere le abitudini dei nostri antenati e le loro competenze tecnologiche, spesso più avanzate di quanto si creda.
La scoperta più antica è stata fatta nella regione di Ramla, dove un gruppo guidato dall’Università di Haifa, dalla Hebrew University e da un team di studiosi francesi venuti dal Centre National de la Recherche Scientifique, ha riportato alla luce dei frammenti di osso coperti di incisioni risalenti ad almeno 120.000 anni fa. La scoperta è importante non solo perché prova che l’area era già abitata all’epoca, ma soprattutto perché si è rivelata essere, dopo un’attenta analisi, una delle prime testimonianze di utilizzo di simboli rituali da parte dell’uomo. Non è ancora chiaro cosa le incisioni vogliano significare, l’ipotesi più accreditata è che simboleggino il legame tra una tribù di cacciatori e le loro prede (all’epoca la regione era popolata da grossi bovini, oggi estinti, ai quali con ogni probabilità appartiene il frammento di osso ritrovato).
Un’altra importante scoperta, risalente a centinaia di migliaia di anni dopo, riguarda un’iscrizione nel villaggio di et-Taiybia, nella Piana di Esdraelon. Su una porta in pietra risalente all’epoca Bizantina (quinto secolo d.C. circa), è stata rinvenuta un’iscrizione in greco che riporta la frase “Gesù, figlio di Maria”. Si tratta di una delle testimonianze più antiche del nome di Gesù nella regione, probabilmente utilizzata come benedizione per tutti coloro che entravano nell’edificio, probabilmente un’antica chiesa. Nella stessa regione, recentemente, erano venuti alla luce reperti di epoca crociata (decisamente più recenti), dimostrando come et-Taiybia e i suoi dintorni siano stati per secoli un crocevia di popoli e di culture.
Crediti Foto della Galilea a Israel Ministry of Tourism

Scritto da:

Claudia Farina

Giornalista e scrittrice, vive a Verona. Specializzata in stampa turistica, cultura del vino ed eresie medioevali, è direttrice della rivista Gardamore. Ha scritto articoli e libri inerenti il lago di Garda, l’Africa, il Medio Oriente e altri Paesi. Collabora con VeraClasse-Travel &Lifestyle Magazine e Food Travel Verde Gusto.
Fa parte di varie Associazioni tra cui Le Donne del vino; Wigwam (Rete associativa per lo sviluppo equo, solidale e sostenibile delle Comunità locali); Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari ); Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino).
Ultimi libri pubblicati: “Sull’onda. Intrecci d’amore e di viaggio” Delmiglio editore; per Cierre Grafica ha scritto “Catari sul Garda. Maddalena l’apostola e il vescovo donna”; “La svolta nei racconti di dieci donne”; “Boni Homini. Sulle tracce dei Catari e di Maria Maddalena”; “Puri Cristiani. I Catari dal Piemonte alla Sicilia”.