Eccellente motivo per visitare il MuSa di Salò è la nuova esposizione delle opere dell’artista Anton Maria Mucchi (1871-1945), con presentazione del volume di Michela Valotti a lui dedicato, in programma domenica 10 luglio alle ore 18. L’evento è promosso dall’Ateneo di Salò in collaborazione con il Comune e la Fondazione Opera Pia Carità Laicale e Istituto Lodroniano. Del valore di Mucchi, non ancora pienamente riconosciuto, che la nuova esposizione e il pregevole volume intendono porre in risalto, scrive la Presidente dell’Ateneo Elena Ledda nella presentazione qui riportata.
«Dedicatosi nei primi anni quasi esclusivamente alla figura, più avanti viene attratto dalla natura e compie una serie di paesaggi che vanno dall’impressione rapida e sintetica fino a grandi tele come la Nuvola e il Pometo. Tele di figura e ritratti si alternano con poetiche visioni di paesaggio, molte delle quali, e tra le più attraenti, eseguite sul lago di Garda, che comincia a frequentare dopo il suo matrimonio con la contessa Treccani e che diventa poi la sua dimora d’elezione. Nella pace della Riviera, tra gli ulivi e gli allori che circondano la casa, inframezza all’opera sua di pittore, che ormai persegue soltanto per la sua intima soddisfazione, con gli studi sulle opere d’arte conservate nella cittadina gardesana e gli scritti che va pubblicando nelle “Memorie dell’Ateneo di Salò”, sul “Popolo di Brescia” e su riviste d’arte». Queste, lievi e morbide come se fossero anch’esse pennellate destinate a fermare momenti e figure, sono le parole che Lodovico Mucchi, figlio del grande maestro Anton Maria, scrive nella rivista periodica dell’antica Accademia salodiana, a ricordo del padre scomparso il 3 gennaio 1945.
Ne emerge, sullo sfondo cromatico di un tempo passato e di un luogo a noi caro, l’immagine vivida di un uomo dall’animo sensibile, alla costante ricerca di equilibrio e di armonia, alla scoperta di accadimenti, momenti e memorie di una terra che ama per tesserne la storia più vera e profonda.
Ne escono il “volto” e l’atteggiamento di un artefice della cultura che vive nell’indissolubile legame fra tensione conoscitiva, disponibilità relazionale e statura morale, che sono poi il senso della sua impronta etica, dello spessore dell’uomo.
Fine pittore e raffinato critico d’arte, attento biografo, appassionato archeologo e storiografo minuzioso, Anton Maria Mucchi, per queste sue spiccate doti, entra a far parte dell’Ateneo cittadino nel 1923, per poi lasciare il ruolo ai figli Gabriele e Lodovico.
A distanza di quasi cento anni, presentare, con l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Pia Carità Laicale di Salò, lo scrupoloso, accuratissimo e ben strutturato studio che sull’Artista ha compiuto Michela Valotti, magistrale interprete di documenti spesso inediti, non significa prendere ulteriormente atto del grande valore del “maestro”. O, comunque, non solo. E’ anche tributare omaggio a chi ha saputo indicarci, attraverso ricerche e scritti, valori di vita importanti, a chi è riuscito a farci comprendere che l’arte – nella sua accezione più ampia – è “presenza” perché anima lo spazio e scavalca il passato per continuare a vivere con noi, a chi è stato, dunque, e continuerà ad essere, messaggero di bellezza.
E intendiamo la bellezza dell’animo umano quando è scevro da pregiudizi, quella dei valori più veri, quella dei luoghi e delle atmosfere più coinvolgenti: quella che continua ad incantarci. E non può essere altrimenti”.
Elena Ledda
Presidente dell’Ateneo di Salò