Perché sono giornalista?
Per scoprire, approfondire, ritagliare un pezzo di verità, valida fino al prossimo…ritaglio: é la motivazione più scontata per fare il giornalista, almeno fino al secolo scorso. Cronaca e inchieste le ho scritte con puntigliosa precisione, squarciando qualche velo sullo stato delle acque del Garda.
Chiuso il settimanale Verona Sette e il quotidiano La Cronaca a cui ho collaborato dal 1991 al 1995, ecco la svolta della stampa turistica. Complice é stato l’impatto sconvolgente con il Sahara: dopo il primo viaggio nell’Akakus libico ho tenuto addosso la sahariana per tre giorni anche in città! Ancora oggi, per qualsiasi viaggio, indosso pantaloni caki o verdi e relativa sahariana. Il paesaggio entra nel mio immaginario prima delle persone: ricordo la nevicata eccezionale, sempre nell’Akakus, del primo gennaio del 2000: fiori bianchi e azzurrini spuntano improvvisamente dalla sabbia, bevono i cristalli di neve, si ergono al sole, che li nutre e poi li secca nel giro di poche ore. Dopo vengono i visi tatuati dalle rughe dei Tuareg.
Piedi saldi sulle rive del Garda, sempre. Prima come caporedattore della rivista in tre lingue Il Lago di Garda, dal 2016 sono direttrice di GardAmore. Perché non finisco mai di svelare il Garda, prima di tutto a me? Perché si può narrare di tutto: hotel glamour, paesaggi, architetture, storia, sport, parchi… Lunga vita per GardAmore!
Ho capito che é gioia uguale sbarcare all’arcipelago delle Bijagos nell’Oceano Indiano, impresa che abbiamo fatto in pochi o raggiungere il borgo medioevale di Campo, assorto e magico sopra Brenzone.Abbracciare una colonna di un tempio buddista in India o in Cina per assorbirne l’energia, o sentire l’energia speciale delle Grotte di Catullo a Sirmione. Se certi viaggi li fai una volta nella vita, le escursioni sul Garda quando vuoi, ed è un bel vantaggio.
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