E’ l’istituzione culturale più longeva dell’intera area benacense, una delle più antiche di Lombardia, Veneto e Trentino, erede diretta dell’Accademia degli “Unanimi” istituita il 20 maggio 1564. Si tratta dell’Ateneo di Salò, sulla riviera bresciana del Garda. Oltre 29.000 libri, tra i quali preziosi incunaboli e rarissime cinquecentine; 10.000 e più documenti d’archivio che raccontano la storia dell’Accademia, dei personaggi e degli eventi del territorio dal XV secolo ad oggi; quadri della pinacoteca Girardi, giunti in dono negli anni Ottanta del secolo scorso; dipinti, stampe e sculture di donazione più recente costituiscono l’inestimabile patrimonio culturale dell’Ateneo di Salò. Dopo un anno – il 2023 – ricchissimo di eventi soprattutto legati alla celebrazione di Bergamo Brescia capitale della cultura, apre l’anno nuovo con un’iniziativa dedicata all’arte.
Nella mostra “I tesori dell’Ateneo”, che resterà aperta al primo piano del Palazzo della Cultura di Salò fino al 31 gennaio, da lunedì a venerdi (dalle ore 15 alle ore 18) sarà esposta una selezione di 22 raffinatissime opere tratte dall’importante collezione ultimamente donata da Claudio e Paolo Botturi.
Un fondo ricco e consistente, quello della famiglia Botturi, che oltre libri e riviste, contempla più di cinquecento incisioni, databili tra il 1600 e il 1800: acqueforti, litografie, calcografie policromate a mano che raccontano scene mitologiche e religiose, nonché vedute cittadine e paesaggistiche: dai più grandi pittori della storia dell’arte italiana ed europea, agli sperimentatori delle più svariate tecniche di riproduzione a stampa.
La mostra, che potrebbe avere come sottotitolo “Amore sofferto, amore potente: stampe d’arte tra storia antica e storia moderna”, intende non tanto o non solo far conoscere i tesori nascosti dell’Accademia, ma rappresentare un segno di gratitudine nei confronti di coloro che, soprattutto negli ultimi anni, hanno generosamente contribuito alla crescita culturale e patrimoniale dell’Ente. Per l’occasione saranno anche aperte le sale di studio e consultazione dove sono raccolte, insieme alle collezioni librarie e documentali, altre opere d’arte.
La selezione delle opere esposte è stata affidata ad Andrea Crescini e a Marta Feltrinelli che ha anche curato le descrizioni tecnico-artistiche e stilato un’introduzione alla raccolta, d’imminente pubblicazione nelle “Memorie dell’Ateneo”, della quale diamo un’anticipazione: “si tratta di una raccolta di opere a stampa e a incisione che abbraccia episodi della storia antica, greca e romana, e moderna, con particolare riferimento al ciclo di Rubens, giocando attorno al ruolo centrale dell’emozione, del sentimento, spesso sentimento d’amore, che spinge l’umano o il divino a compiere azioni passionali. Le opere sono tratte per lo più da dipinti di artisti contemporanei a quelli degli stampatori, escludendo la stampa di Francesco Rainaldi e Pietro Bettelini tratta dal dipinto cinquecentesco del Veronese e le riproduzioni estratte dal ciclo seicentesco, dedicato a Maria de’ Medici, del pittore fiammingo.
Le stampe mostrano il proliferare di episodi storici e mitologici che veicolano messaggi di ideali, valori, sentimenti e passioni cari alla cultura europea sette e ottocentesca. Sono riproduzioni di dipinti rispondenti ai canoni neoclassici: imprese eroiche, come quella di Achille; rapimenti e persecuzioni come quello di Giove o di Romolo; l’attaccamento alla famiglia, quale l’amore che la madre Cornelia prova per i suoi figli, tanto da mostrarli come suoi gioielli. L’amore che non solo è verso le persone, come quello eterno di Ulisse per la moglie Penelope, o quello di Timoclea verso sé stessa, ma che è anche amore verso il potere, qual è quello di Maria de’ Medici, regina di Francia che, attraverso l’arte, trova il modo di auto celebrarsi come madre, regina e guerriera».