Un palazzo storico, una casa museo, eccellenti collezioni, un florilegio di eventi. Siamo a Palazzo Maffei Casa Museo affacciata su Piazza Erbe, nel centro antico di Verona. La novità di questi giorni riguarda l’esposizione della pagina originale del quotidiano parigino Le Figaro, che il 20 febbraio 1909 pubblicò il rivoluzionario “Manifesto del Futurismo” di Filippo Tommaso Marinetti; a fianco sta il facsimile della prima pagina dell’Arena del 9 febbraio 1909, rinvenuta negli archivi storici del quotidiano, che anticipò di alcuni giorni la pubblicazione del famoso Manifesto, già apparso il giorno prima, l’8 febbraio, su “La Gazzetta di Mantova”. E’ un documento eccezionale che prelude a quel Movimento straordinario che è stato il Futurismo per la cultura italiana ed europea.
Nel segno dell’avanguardia
Il movimento futurista si proponeva un rinnovamento totale nei campi della pittura, della scultura, dell’architettura, della letteratura, della musica, del teatro, della grafica. Il ciclone futurista investì l’Italia dell’epoca, originando Gruppi che animarono anche il versante italiano di Dada.
Fu movimento letterario, artistico e politico che attraverso manifesti, provocazioni e roventi polemiche sostenne l’avvento di una nuova era, sulle macerie della tradizione passatista da cancellare in modo inesorabile. Fonti d’ispirazione furono, principalmente, l’energia dinamica della modernità, con il suo corredo della tecnica, che avrebbe impresso accelerazione e vitalità al nuovo secolo appena iniziato. L’esito incancellabile è stata l’influenza del Futurismo sulle avanguardie del ‘900.
Emblematici e scatenanti furono i manifesti per delineare la visione futurista del mondo, come si legge nel primo: «Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un’ automobile da corsa … un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia … Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali. Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro … Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore …». Di proclama in proclama, si arriva al “teatro dello stupore”, alle parole in libertà con l’uso dell’onomatopea fino all’aeropoesia, all’aeropittura…
L’ultimo manifesto fu redatto nella Seconda Guerra mondiale.
Un percorso espositivo lungo cinque secoli
Con il suo percorso eclettico tra capolavori e curiosità che attraversano più di cinque secoli, la Casa Museo Palazzo Maffei offre al visitatore una raccolta d’arte tra antico e moderno, frutto di oltre cinquant’anni di passione collezionistica dell’imprenditore Luigi Carlon, che dona alla pubblica ammirazione un percorso espositivo esaltato dal Palazzo seicentesco che lo ospita.
Di grande interesse la proposta di visita, che comprende oltre 350 opere, tra cui quasi 200 dipinti, una ventina di sculture, disegni e un’importante selezione di oggetti d’arte applicata (mobili d’epoca, vetri antichi, ceramiche rinascimentali e maioliche sei-settecentesche, ma anche argenti, avori, manufatti lignei, pezzi d’arte orientale, rari volumi) allestiti in venti sale, decorate con strucchi e affreschi.
Nella prima parte del percorso espositivo, connotato dagli affacci su Piazza delle Erbe, si privilegia il dialogo con gli ambienti del Piano Nobile del Palazzo a ricreare l’atmosfera di una dimora privata, ma anche il senso di una wunderkammer e di una sintesi tra le arti, con nuclei tematici d’arte antica in cui irrompe all’improvviso il dialogo con la modernità.
Nella seconda parte, dedicata al Novecento e all’arte contemporanea, si è voluta invece creare una vera e propria galleria museale, in cui spiccano molti capolavori, si scorge la passione per il Futurismo e la Metafisica e s’incontrano alcuni dei massimi artisti del XX secolo: Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini, ma anche Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Felice Casorati e Giorgio Morandi accanto a René Magritte, Max Ernst, Marcel Duchamp. E ancora Afro, Emilio Vedova, Lucio Fontana, Alberto Burri, Tancredi, Gino De Dominicis, Piero Manzoni, e molti altri.
INFO La Casa Museo è aperta sabato e domenica, dalle 11.00 alle 18.00, ultimo ingresso alle ore 17.00
I residenti a Verona e provincia godono dell’ingresso ridotto.
Palazzo Maffei Casa Museo, Piazza delle Erbe 38, Verona
www.palazzomaffeiverona.com