Ha presentato il racconto “Un giorno se ne andarono le pecore”
Nella cinquina finalista del concorso Campiello Giovani 2020 c’è il veronese Federico Schinardi. Il ventenne che frequenta il secondo anno della facoltà di Lettere Moderne all’Università di Padova è alla sua seconda partecipazione alla competizione letteraria per la scrittura di un racconto a tema libero in lingua italiana, rivolto ai giovani tra i 15 e i 22 anni. L’anno scorso era arrivato in semifinale con un racconto che “parlava del personaggio di un libro che prendeva coscienza di sé ed interagiva con il suo scrittore”. Quest’anno ha presentato “Un giorno se ne andarono le pecore”. La narrazione, che in alcuni passi ha del fiabesco, è divisa in due parti invertite cronologicamente. Nel primo l’autore narra del post fuga delle pecore che un certo giorno scompaiono. Visitano numerosi luoghi da dove postano sui canali social immagini di monumenti famosi senza farsi riconoscere, suscitando gli interrogativi delle persone del luogo. Nella seconda, che in realtà avviene temporalmente prima della partenza degli ovini, un personaggio del posto incontra una pecora parlante con la quale passerà alcuni mesi vivendo simpatiche avventure. Strada facendo prende atto che l’amica pecora, non riuscendo a ricavarsi un ruolo all’interno della società umana, poiché sarebbe stata etichettata come uno scherzo della natura, decide di tornare dai suoi simili. Insegna alle amiche a parlare e ci riesce. Divenute senzienti decidono di andarsene alla ricerca della loro nuova identità. “Scrivere mi piace molto – esplicita Federico che fa capire che non gli dispiacerebbe affatto fare lo scrittore – e ho deciso di partecipare anche quest’anno ad uno dei premi letterari più famosi per i giovani. Chissà che non mi dia una prospettiva per il futuro”. Come sosteneva Orazio “dimidium facti, qui coepit, habet.”, “chi ben comincia è a metà dell’opera.” I cinque finalisti che si contenderanno la 25^ edizione del premio sono Arianna Babbi di Classe in provincia di Ravenna con “Da lontano”, Michela Panichi di Napoli “Meduse”, Sahara Rossi “Yolanda” e Flavio Zucca “Ladri di zaffiri” entrambi di Roma ed il veronese Federico Schinardi con “Un giorno se ne andarono le pecore”. Ipnotico, sensuale, suggestivo, avveniristico e surreale sono gli aggettivi attribuiti nell’ordine alle opere dalla giuria. Il riconoscimento al racconto con valore sociale o ambientale è andato all’autrice Costanza Muraro di Arcugnano in provincia di Vicenza che ha presentato “Imprevedibile”, qualificato come esemplare.
Il Premio Campiello Giovani, promosso dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto nel 1994, dopo una fase di sperimentazione provinciale a Padova e regionale l’anno successivo, è stato esteso dal 1996 a tutta l’Italia e all’estero con l’obiettivo di promuovere la scrittura e la lettura tra i ragazzi ed individuare nuovi talenti letterari.